COSA:
Un orto comunitario da appendere.
E’ composto da vari sacchi di iuta (50 x 30 cm, riempiti di terriccio e fertilizzante naturale) “seminati” di
verdure e appesi a semplici strutture di bambù.
Ognuno di questi sacchi può essere “adottato”: con una piccola cifra chiunque è in grado
di garantirgli la manutenzione e crescita, da aprile fino a settembre.
Il “sostenitore” può scegliere tra pomodori, melanzane, zucchine, piselli, cetrioli, piante
aromatiche…
Avrà il proprio nome sul sacco che adotterà e potrà seguirne l’andamento attraverso singole
fotografie pubblicate sul blog creato appositamente per il progetto.
DOVE:
L’orto sarà situato nel centro storico, su un tetto piano o in una corte interna assolata e
possibilmente in stato di “abbandono”.
Deve essere un luogo praticabile e sicuro, con un rubinetto da cui erogare l’irrigazione.
QUANDO:
A metà marzo circa si creerà un evento-serata con lo scopo di promuovere il progetto e
recuperare i fondi necessari per fare partire l’orto.
A inizio aprile, coi fondi ottenuti si allestisce l’orto e si semina.
Da inizio giugno si potranno raccogliere i primi frutti, fino alla fine di settembre.
CHI:
I protagonisti di questo progetto saranno prima di tutto i sostenitori, che con il loro contributo
potranno rendere sostenibile questa idea.
Poi ci saranno coloro che effettueranno la manutenzione e cura dell’orto: emarginati sociali
come ex detenuti, ex tossicodipendenti, ragazzi affetti da handicap, inoltre qualche volontario
e bambini e anziani del quartiere.
Nonchè, chiaramente, il sottoscritto che gestirà queste risorse umane.
I prodotti che alla fine si otterranno verranno messi sotto conserva e consegnati ai senza-tetto del
quartiere, attorno alla seconda metà di settembre.
Oppure si organizzerà una lotteria e i ricavati dalle vendite dei prodotti andranno in beneficenza.
PERCHE’:
Perchè curare un orto in città oggigiorno rappresenta un atto significativo e rivoluzionario.
E’ tornato in auge ed è addirittura di moda, ma è indubbio che si è creato un fenomeno globale molto
serio, che usa l’orto come risposta intelligente ad alcuni mali della nostra società.
Quello appeso risulta essere ancor più originale e adattabile a qualunque contesto urbano.
Con questo innovativo progetto pilota si vuole creare una storia che sia credibile e ripetibile, in grado di
contagiare altri cittadini che così potranno recuperare il legame con la natura che in città purtroppo va
pian piano perdendosi.
Un altro vantaggio di questo tipo di coltivazione è che difficilmente verrebbe attaccato da animali
come limacce, formiche, talpe e roditori. Sarà favorito dall’irrigazione a goccia, che oltre a non sprecare
acqua inutilmente, impedisce ad erbe infestanti di comprometterne la produzione.
Con l’orto appeso si potranno coltivare verdure in qualunque spazio della città.
Il nostro intento è appunto di provarlo e mostrarlo a tutti.