Le specie conosciute di questi fiori sono più di 100, ma quelle coltivate sono solo una trentina e molte provengono dalle aree del bacino del Mediterraneo. E’ qui che, sin da tempi remoti, si diffuse lo zafferano, preziosa spezia frutto dell’essiccamento degli stimmi del fiore (della specie Crocus Sativus), e ampiamente utilizzata come merce di scambio, per uso medico, come tintura delle stoffe e della pelle (in India è tuttora usato nelle cerimonie nuziali), come offerta agli dei nelle funzioni cultuali o come simbolo di potere regale e divino. Particolarmente noti sono per le rappresentazioni dei Crocus negli affreschi del palazzo di Cnosso a Creta.
Ma come si coltiva un Crocus? Al fine di ottenere l’effetto più naturale possibile, una tecnica consigliata consiste nello spargere i cormi sul prato per poi interrarli dove cadono. Per un effetto di massa, occorrono 125-150 cormi per metro quadro. Per quanto riguarda i colori, sono tutti adatti allo scopo, anche se il blu e il viola sono i meno vistosi; il giallo è sempre molto usato, così come i colori misti. Ecco le proporzioni da rispettare per un miscuglio di varietà a fiore grande: 50% di crocus blu e viola, 25% gialli, 15% bianchi e 10% variegati. Per assicurarsi una copiosa fioritura nell’anno seguente, il prato non va rasato se non dopo 6 settimane dalla fioritura. Se coltivati nella bordura di perenni, fioriranno per primi. I più piccoli possono essere accostati a molte perenni precoci come Pulmonaria, Helleborus, Hepatica, Primula e Pulsatilla.