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Giovelab Giorgia Brunelli e il suo laboratorio di ceramica tra i boschi del Trentino

Se mi seguite da tanto tempo sapete che mi piace intervistare le persone creative, sia per la rivista che per il blog

su Istagram sapete che seguo diversi profili interessanti, oggi voglio presentarvi Giorgia.

Sei sempre stata una persona creativa?

sì, nel fare e nel creare trovo la GIOIA più grande!

Come sei arrivata a capire che il gres e la porcellana inglese erano il tuo mezzo di espressione?

In verità ci sono arrivata un po’ tardi. Ho iniziato attorno ai 30 anni con la ceramica raku, una tecnica giapponese a bassa temperatura molto affascinante, ma di fatto adatta solo alla ceramica artistica. Nel 2007 ho deciso che ero stufa di fare oggetti belli, ma senza uso pratico.

Il mio lato pragmatico ha avuto il sopravvento e mi ha portato ad esplorare la ceramica ad alta temperatura (1250 gradi/gres e porcellana).

Era il 2007, ho dovuto riconvertire tutto (forni, smalti, ecc.) per iniziare la nuova produzione, ma soprattutto ho dovuto sperimentare per molti mesi prima di ottenere qualcosa di accettabile.

È nata così la prima collezione: oggetti utili, allegri e poetici per la tavola di tutti i giorni.

Come hai iniziato la tua professione? Hai mai avuto momenti di crisi e se sì, cosa ti ha spinto a proseguire?

Un giorno mi sono detta: ” Hai 30 anni. Se non lo fai ora non lo fai mai più.” Mi sono data tempo 12 mesi per vedere se riuscivo a viverci. Era il 1997. Ci sono stati momenti di crisi profonda, in relazione anche alle diverse congiunture economiche. Non ho mai mollato, ho continuato a pormi sfide, traguardi da raggiungere….un ufficio stampa a Milano, le recensioni sulle riviste più belle (Vogue, Living, Vanity fair, Casa facile, Elle decor, Traveller, Alisei), due Fuori salone, le piattaforme social, la vendita on line.

Ho sempre pensato che un mio oggetto doveva vendersi con uguale facilità a New York, Berlino, Roma o Trento.
Il target doveva essere il mondo, lo stile inconfondibile, la professionalità eccelsa, la qualità ineccepibile, la comunicazione autentica e sincera.

La mia rivoluzione è stata Instagram. Sono passata da un Nokia arancione da euro 12 all’IPHONE 6 e così è iniziata la mia avventura sui social. Era il 2016.

Giorgia lavori con tuo marito Paolo… com’è nata questa collaborazione o è nato prima l’amore?

Prima è nato l’amore, poi, un po’ alla volta, la collaborazione. Ad un certo punto lui ha mollato tutto il resto per lavorare fianco a fianco con me. Ogni oggetto ora è una creazione a quattro mani, c’è sempre un po’ di me e un po’ di lui. Io mi occupo più di decorazione, cotture e tornio, lui invece della lavorazione a lastra.

Quanto influisce il paesaggio e la natura della Valsugana che ti circonda sulla tua fantasia creativa?

Viviamo in un maso immerso nei boschi….dai boschi fluisce tutto, energia, forma, ispirazione, colore, armonia.

Il bosco è la nostra prima ispirazione.

Invita alla bellezza sobria, alla poesia quotidiana, alla semplicità di gesti e forme.

Ci racconti della versatilità degli oggetti che create?

La più grande soddisfazione è la creazione di un oggetto con più usi, la sintesi di estetica, ergonomicità e poesia.

In una ciotola puoi cuocerci la torta, le patate o condirci l’insalata.

Questa mi piace chiamarla sobrietà dei consumi ed è il principio fondante di tutta la nostra produzione.

I nostri oggetti si trovano principalmente on line, sul nostro sito. Molti sono personalizzabili e amiamo le collaborazioni speciali con altre realtà (ristoranti, bistrot ecc.).

Abbiamo anche un catalogo dedicato al wedding e alle cerimonie in generale.

Ho la passione per la scrittura e la fotografia e le caption sotto le foto di Instagram mi sembrano sempre un limite, per cui ho aperto anche un blog che si chiama Làres, dove racconto e fotografo cose belle (ricette, diy, e molto altro).

Amo la cucina giapponese, il crochet, l’orto, il giardino, nuotare nel lago, raccogliere erbe selvatiche, creare dal nulla, ballare.

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