Villa Arconati è una tra le più maestose Ville di delizia di Milano, sorge nel Parco delle Groane nella frazione di Castellazzo a Bollate.
Soprannominata la piccola Versailles di Milano per lo splendore e l’imponenza, è immersa in un parco che si estende su una superficie di 12 ettari e comprende anche il bosco nel quale un tempo i nobili praticavano la caccia.
L’importante progetto di restauro è promosso dalla Fondazione Augusto Rancilio e da molti volontari che stanno cercando di riportarla allo splendore di un tempo con un bellissimo percorso di visite guidate.
Visiterete gli appartamenti del piano nobile, potrete visitare la biblioteca, la splendida sala dei ricevimenti, lo scalone d’onore, le stanze di Giuseppe Arconati come la stanza rosa e il retrostante studiolo turchino.
Potrete “perdervi” all’intero del giardino monumentale dove i giochi d’acqua che allietavano le passeggiate dei nobili vi riporteranno ai fasti del passato di questa meravigliosa dimora.
Durante i mesi di apertura inoltre vi sono una serie di attività, dal Festival di Villa Arconati con musicisti di fama nazionale e internazionale agli eventi teatrali e di spettacolo.
Per eventi privati si possono addirittura affittare alcune stanze, sia per matrimoni che per shooting fotografici, e non ultimo una curiosità vi hanno girato anche alcuni film.
“Notti e nebbie” di Marco Tullio Giordana / “Sogno di una notte d’estate” di Gabriele Salvatores / “Sessomatto” di Dino Risi / “La morte accarezza a mezzanotte” di Luciano Ercoli
http://www.squadravolanteligera.com/villa_arconati.htm
Io ho avuto la fortuna di ammirare Villa Arconati assieme ad una guida all’interno di una visita promossa da Grandi Giardini Italiani il network che riunisce i più bei giardini visitabili d’Italia, di cui questa splendida dimora fa parte.
Il giardino all’italiana
La prima pietra della parte di giardino all’italiana è stata posata a partire dal 1600 quando la villa fu trasformata da cascinale di campagna a villa di Delizia.
Galeazzo Arconati, cugino del cardinale Federico Borromeo, comincia a strutturare il giardino in questa porzione di parco realizzando magnifici giochi d’acqua seguendo il Codice Atlantico, la più ampia raccolta di disegni e scritti di Leonardo da Vinci oggi conservato alla Biblioteca Ambrosiana di Milano.
La parte di giardino all’italiana è strutturata con quinte di verzura ( Carpinus betulus )
che schermano dal sole e portano la frescura e indirizzano la vista nelle prospettive che si intersecano tra di loro.
Queste prospettive tendenzialmente conducono ad una statua o ad un gruppo scultoreo che sono solitamente definiti “teatri “ ovvero luoghi di sosta in cui a volte si recitava e a volte ci si incontrava.
Vi troviamo quindi : il teatro di Ercole, il teatro di Andromeda, il teatro di Pompeo, il teatro grande, e non ultimo il teatro di Diana che è quello più importante che infatti si trova sulla prospettiva principale in onore alla Dea della caccia.
“…È del poeta il fin la meraviglia…” questa era la caratteristica di una Villa di Delizia.
Nella parte del giardino all’italiana più distante dalla villa, vi era la voliera che è arrivata a noi intatta; serraglio degli uccelli esotici come gli struzzi, già presenti nel 1700, a dimostrazione dell’internazionalità degli Arconati.
Ma non solo, splendido esempio di questa continua volontà di stupire è anche la Torre delle acque, che serviva a convogliare l’acqua dal sottosuolo ai vari giochi d’acqua; con i suoi strumenti meccanici complicati, era una delizia per gli ospiti.
Infine la Limonaia e il giardino dei limoni servivano per incantare gli ospiti con frutti e piante esotiche, anche con rinfrescanti sorbetti.
Successivamente, verso la metà del settecento, il giardino venne ristrutturato e ampliato, Giuseppe Antonio Arconati, amante del teatro, terminata la realizzazione dell’ultima ala a sud-ovest, sentì la necessità di riordinare lo spazio esterno prospiciente a questa nuova costruzione.
Furono spostate alcune statue, il Pompeo Magno che si trovava all’esterno viene quindi spostato all’interno della villa e in base alla moda dell’epoca del giardino alla francese, realizzò un grande prato dove lo sguardo si sposta verso l’infinito, in questo caso verso la città di Milano.
A completare il giardino lo spazio venne abbellito da alte decorazioni vegetali come i due maestosi filari di alberi di carpino topiati a foggia di ballerina.
Mi piacerebbe tornare in autunno quando c’è la stagione del foliage e le piante si colorano di arancio e rosso!
Per chi fosse interessato questo è l’elenco delle piante presenti nel parco:
Acer campestre
Acer pseudoplatanus
Aesculus hippocastanum
Aucuba japonica
Carpinus betulus
cornus sanguinea
Frangula alnus
Fraxinus excelsior
Liquidambar styraciflua
Prunus avium
Prunus laurocerasus
Prunus serotina
Quercus robur
Quercus rubra
Salix cinerea
Tilia cordata
Ulmus minor
Vinca major
Vinca minor